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Firmato il decreto sull’apprendistato nella Pa

lentepubblica.it • 27 Dicembre 2023

decreto-apprendistato-paVia libera all’apprendistato nella Pa: Ministro Paolo Zangrillo ha infatti firmato il decreto attuativo che stabilisce i criteri e le procedure per il reclutamento di giovani laureati.


Questo è stato il commento del Ministro subito dopo la firma del testo: «Un ulteriore strumento per rafforzare i nostri uffici, che dota gli enti centrali e territoriali delle competenze necessarie ad affrontare, anche in ottica di Pnrr, le sfide del presente e del futuro».

«Abbiamo bisogno delle nuove generazioni e delle loro energie e capacità per velocizzare il processo di innovazione e di digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Il contratto di apprendistato crea un ponte con le Università e i nostri uffici, per dotarli delle competenze necessarie a fornire a cittadini e imprese servizi al passo con i tempi, sempre più efficaci ed efficienti e adeguati alle loro nuove esigenze».

Scopriamo dunque quali sono tutte le novità appena introdotte, in attesa che il testo sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Le novità del decreto sull’apprendistato nella Pa

Il provvedimento, adottato di concerto con il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, dà attuazione al Dl 44/2023, convertito dalla legge n.74/2023. Ad aprire la strada all’apprendistato sono le convenzioni con le Università per individuare gli studenti da assumere.

Fino al 31 dicembre 2026, con l’apprendistato le amministrazioni possono reclutare giovani laureati fino al 10% delle proprie capacità assunzionali, il 20% per Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città metropolitane.

Il contratto, della durata massima di 36 mesi, prevede l’inquadramento nell’area dei funzionari. Alla scadenza è prevista l’assunzione a tempo indeterminato per chi ha ricevuto, con tanto di relazione motivata, una valutazione positiva del servizio prestato.

Le selezioni, articolate su una prova scritta anche a contenuto teorico-pratico e un orale, avvengono su base territoriale. Tra i principali criteri di valutazione anche:

  • l’età, che non può essere superiore ai 24 anni
  • il voto di laurea
  • la regolarità del percorso di studi
  • e infine eventuali esperienze professionali e competenze in materia di organizzazione e gestione della pubblica amministrazione acquisite durante gli studi.

Tutte le informazioni nel dettaglio saranno disponibili appena sarà depositato in Gazzetta Ufficiale il testo completo del decreto attuativo.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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